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EMANCIPAZIONE DEI SERVI
Processo di liberazione dei servi feudali in Russia conseguente all'atto legislativo del 1° febbraio 1861 con il quale fu abolita la servitù della gleba. La prima delle grandi riforme introdotte durante il regno di Alessandro II riuscì a migliorare solamente in parte le gravi condizioni di vita dei contadini russi, poiché non conferì loro uno stato pari a quello di altre classi sociali, ma li obbligò a rimanere legati alla comunità rurale (obscina). Insufficiente risultò, poi, la quota di proprietà collettiva distribuita attraverso le comunità rurali (vedi mir), essendo loro destinato, dietro indennizzo, il 18% in meno della superficie agraria che già coltivavano prima del 1861. Sebbene ufficialmente essi dovessero riscattare unicamente la terra, in realtà i pagamenti contemplarono un indennizzo ai proprietari anche per la perdita del lavoro servile. I mir, molto apprezzati dagli slavofili per i loro aspetti morali, non riuscirono a promuovere un processo di ammodernamento dell'agricoltura russa, contribuendo largamente a perpetuare le condizioni di arretratezza e immobilismo della campagna.
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